PASQUALE VIVOLO, talentuoso, geniale, incompiuto

PASQUALE VIVOLO, talentuoso, geniale, incompiuto

Pasquale Vivolo è stato un calciatore dagli estri da fuoriclasse ma anche un eterno incompiuto. Uno che per tutta la carriera danzò al limite che divide gli ottimi giocatori dai campioni assoluti. Sempre sulla linea della definitiva consacrazione, forse per una certa ritrosia a guardare un campo di calcio come un’arena. Nel dicembre 1955, durante l’intervallo di un Lazio-Napoli con i biancocelesti sotto di un gol, il vulcanico e pittoresco conte Vaselli, una sorta di presidente ombra, scese negli spogliatoi e se la prese con Vivolo, reo di defilarsi dalla lotta. Si accese una discussione e il conte colpì il giocatore con un ceffone.

Vivolo (accosciato, primo da sinistra) nella Lazio del 1954/55

Amatissimo dai tifosi laziali anni ’50, Pasquale Vivolo è nato a Brusciano, comune nell’entroterra nord di Napoli, il 6 gennaio 1928, ed è deceduto a Cremona il 18 novembre 2002. Trasferitosi fin dall’infanzia a Cremona, muove i primi passi da calciatore nella Victor, squadra dilettantistica locale poi annessa nella Cremonese, con la quale inizia la carriera nel 1947 in Serie B. Soprannominato ‘Bibi’, Vivolo è stato prima un attaccante puro, rapidissimo e dall’innato senso del gol, poi abilissimo centravanti di manovra dotato di grande visione di gioco. Immediatamente notato dagli osservatori della Juventus, nell’estate del 1949 sbarcò a Torino dove rimase fino al 1953, collezionando 67 presenze arricchite da 31 reti. In maglia bianconera vince due scudetti. Nella Juve Vivolo si ritrovò però ad essere diretto concorrente nel ruolo di Sua Maestà Boniperti e fu messo in lista trasferimenti. Lo Juve lo vendette quando aveva solo 25 anni. La cosa gli costò anche il posto in Nazionale, maglia con la quale aveva esordito il 26 ottobre 1952 segnando il gol del momentaneo vantaggio nella partita amichevole contro la Svezia giocata a Stoccolma e terminata 1-1. Vestirà la maglia azzurra solo altre tre volte.

Vivolo in maglia bianconera – Foto da Tutto Juve

Nella stagione 1953/54 è sorprendentemente acquistato dalla Lazio di Costantino Tessarolo per la ragguardevole cifra di 70 milioni di lire, nonostante un deficit societario di almeno tre volte tanto. Rimarrà in biancoceleste per cinque stagioni, totalizzando 121 presenze e 33 reti. Vivolo diviene ben presto una pedina fondamentale della squadra  biancoceleste, società che in quegli anni nutriva grandi ambizioni. Al primo derby da laziale, il 29 novembre 1953, segnò il gol del pareggio nella partita finita 1-1. Saluta la Lazio nel novembre del 1958, ceduto nel mercato autunnale al Brescia in Serie B da una Lazio sempre più in crisi economica costretta a privarsi dei suoi uomini migliori. Con le rondinelle giocò però una sola partita e a fine stagione chiuse la carriera da calciatore. A 30 anni era già al tramonto. Sposato con la figlia del presidente della Cremonese Guido Grassi, tornato a Cremona è stato anche dirigente del club grigiorosso negli anni ’60.

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