‘NANDO’ ORSI, vent’anni di Lazio di un portiere d’altri tempi

‘NANDO’ ORSI, vent’anni di Lazio di un portiere d’altri tempi

Fernando Orsi nasce a Roma il 12 settembre 1959. Le giovanili con la Roma e la maturità nella Lazio dove rimane per vent’anni 

Fernando Orsi, portiere, poi allenatore e oggi opinionista radiofonico e televisivo, nasce a Roma il 12 settembre 1959.  Da mamma romanista e papà laziale come racconta lo stesso Orsi nel libro autobiografico “A mani nude” (Editore Castelvecchi, 2017).

Un portiere d’altri tempi ‘Nando’ Orsi, nostalgico irriducibile del calcio che è stato, fatto di uomini e non di supereroi. Le giovanili nella Roma e la maturità nella Lazio dove rimane per vent’anni. Biancoceleste in due differenti periodi (1982-1985 e 1989-1998) gioca complessivamente dodici stagioni con la maglia della Lazio collezionando 125 presenze in campionato. Una volta conclusa la carriera da calciatore è rimasto nel club più antico della Capitale come preparatore dei portieri e poi allenatore in seconda di Roberto Mancini dal 2002 al 2004.

La copertina del libro “A mani nude”

L’arrivo alla Lazio (nella stagione del ritorno in A)

Cresciuto calcisticamente sull’altra sponda del Tevere senza mai giocare con la prima squadra giallorossa, nel 1979 fa il suo esordio tra i professionisti nel Siena in Serie C2. L’anno seguente passa al Parma dove gioca due campionati in Serie C1. Arriva alla Lazio nella stagione 1982/83 per prendere il posto di Felice Pulici che si è ritirato. La squadra è in Serie B vittima del Totonero e con la difficile botta da assorbire presa due stagioni prima dalla svanita promozione all’ultimo minuto della penultima giornata di campionato (Lazio-Vicenza, sempre loro..) per quel maledetto rigore mandato sul palo da Stefano Chiodi (uno specialista), seguita dalla grigia stagione 1981/82 quando la Lazio non era andata oltre il decimo posto.  

Anche se i mezzi a disposizione sono pochi, in quel primo campionato di Orsi in biancoceleste, il grandissimo Presidente Gian Chiaroni Casoni allestisce comunque una squadra importante per la categoria, che dispone anche di tre ottimi portieri: l’esperto Cacciatori, il giovane Moscatelli e appunto Orsi, che diventa subito il portiere titolare. Alla fine di quel campionato, iniziato con mister Clagluna in panchina, proseguito da Juan Carlos Morrone (subentrato a Clagluna alla 33^ giornata) e finito da Roberto Lovati (subentrato a Morrone alla 35^giornata), la Lazio conquistò la promozione in Serie A.

Lazio 1982/83

E nell’autunno del 1983 Orsi debutta in massima divisione a difesa dei pali biancocelesti in occasione di Lazio-Avellino (1-0). Dopo due stagioni si trasferisce all’Arezzo, città dove ha conosciuto la donna della vita, Daniela, quella che ha sposato. E dopo quattro anni con il club toscano torna alla Lazio nella stagione 1989/90 come secondo portiere, ruolo che ricoprirà in nove campionati, senza mai lamentarsi, e fino al termine della carriera, nel 1998 due anni prima dello scudetto. Eppure le doti del grande portiere Orsi le aveva tutte. Con la maglia biancoceleste vince la Coppa Italia 1998, pur senza mai giocare neanche l’unica gara saltata da Marchegiani (il ritorno degli ottavi contro il Napoli), perché quella partita la giocherà Ballotta. Vanta inoltre il trofeo vinto con la nazionale Juniores al Torneo Giovanile Principato di Monaco 1976, dove fu eletto miglior giocatore della competizione, e due presenze nella nazionale Under 21.

Fernando Orsi allenatore

Dopo il ritiro dal calcio giocato rimane alla Lazio dove ricopre il ruolo di preparatore dei portieri dal 1999 al 2001, per poi divenire il viceallenatore della squadra nel 2002 con l’attuale Ct azzurro Roberto Mancini alla guida. Nel 2004, dopo quasi vent’anni, se pur intervallati, chiude la sua avventura alla Lazio. Segue Mancini all’Inter con lo stesso ruolo di secondo, poi sarà allenatore del Livorno in Serie A nel 2007, chiamato a fine marzo dal vulcanico presidente Spinelli a sostituire l’esonerato Arrigoni per guidare la squadra alla salvezza, missione che Orsi porterà a compimento, ma dopo sette giornate del successivo campionato è a sua volta esonerato e sostituito da un altro ex biancoceleste, Giancarlo Camolese, per essere poi richiamato alla guida della panchina livornese nelle ultime tre partite. Ma questa volta il miracolo di salvare il Livorno non gli riesce. Nel 2010 l’ultima esperienza in panchina è su quella della Ternana in Lega Pro. Esperienza breve che si concluderà dopo quattro mesi lasciando la panchina umbra all’amico Bruno Giordano. Durante tutta la sua carriera, da calciatore come da allenatore, Orsi si è sempre messo in evidenza per serietà e grande preparazione tecnica e atletica.

Orsi in panchina con Mancini

‘Nando’ Orsi oggi

Dopo quell’ultima esperienza sui campi di gioco a Terni, Orsi entra a far parte del team di Mediaset Premium come commentatore televisivo delle partite. E mette la sua esperienza nel mondo del calcio anche al servizio della radio, nel ruolo di opinionista, mai banale, a Radio Radio, la Talk Radio più ascoltata a Roma e nel Lazio e la più seguita dagli sportivi in Italia.

Raccontando la sua carriera  ai microfoni di Fantagazzetta nel febbraio 2017, alla domanda “Quale l’aneddoto calcistico più folle, curioso, strano della tua carriera?” Orsi ha messo al primo posto il suo primo derby. Episodio vissuto come una rivincita: “Ho giocato nelle file della Roma per dieci anni e invece in quella partita scesi in campo con la maglia della Lazio. I giallorossi, dopo avermi dato in prestito, non mi hanno mai ripreso perchè non credevano abbastanza in me. Quel derby della stagione 1983-84 si chiuse con un grande risultato per noi, 2 a 2, proprio contro quella Roma che poi arrivò in finale di Champions col Liverpool”.