Gabriella Grassi, la “presidentessa” biancoceleste

Gabriella Grassi, la “presidentessa” biancoceleste
Foto since1900.it

Storica responsabile della segreteria biancoceleste dal 1969 al 2003, Gabriella Grassi è stata senza ombra di dubbio la donna più importante della storia della Lazio.

Gabriella Grassi nasce il 17 ottobre a Cattolica (Rimini); non è educato rivelare l’età di una signora, quindi glisso sui dati anagrafici. Ex giocatrice della Lazio Basket, venne portata in società a fine carriera dal dirigente della sezione Pallacanestro Roberto Antonelli, il quale parlò con Umberto Lenzini e lo convinse a far entrare Gabriella Grassi come segretaria part-time nella Lazio Calcio, per dare una mano a Nando Vona, all’epoca segretario generale. Alternandosi tra gli uffici di via Col di Lana e il campo d’allenamento di Tor di Quinto, la Grassi comincia ad appassionarsi da subito a quel lavoro trovato per caso. Nando Vona è una persona squisita, ma in fondo è disordinato e conosce poco i regolamenti, mentre Gabriella è precisissima e inizia a mettere ordine nelle carte della Lazio. E così, nel volgere di poco tempo, il lavoro part-time diventa largamente full-time.  

Gabriella Grassi alla metà degli anni ’70  – Foto LazioWiki

Impara qualcosa da ogni dirigente che passa per le stanze della sede di via Col di Lana, da Franco Janich, da Antonio Sbardella e da Luciano Moggi e nel tempo diventa sempre più un punto di riferimento indispensabile per i presidenti che si avvicendano alla guida del club. Verso la fine degli anni Settanta salva la Lazio con un gesto altamente onorevole, ovvero mettendo mano ai suoi risparmi. Una bella mattina nella sede societaria si presenta l’ufficiale giudiziario per pignorare mobili e trofei. Per evitare che il fatto finisca sui giornali e che si portino via tutto, servono 25 milioni di lire, una cifra non indifferente al tempo, da trovare nel giro di qualche ora. E così, Gabriella consegna di tasca sua all’ufficiale giudiziario l’intera richiesta. “Mi riprenderò i soldi un po’ alla volta dagli incassi delle partite” dirà a Aldo Lenzini, e così fa.

Sei mesi dopo il suo arrivo alla guida della società, Sergio Cragnotti la promuove dirigente e ufficializza la sua nomina a Segretario Generale. Diventa il referente della Lazio presso FIFA, UEFA, Federcalcio e Lega, assumendo un potere enorme, al punto che Luciano Moggi la chiama “la presidentessa”. Quando il 30 luglio del 2003 arriva l’annuncio dell’ingresso in società di Giuseppe De Mita, con l’incarico di Direttore Generale, nonostante i tentativi di trattenerla, dopo 36 anni Gabriella Grassi decide di lasciare la Lazio, considerando incompatibile la sua presenza con quella di De Mita, con il quale i rapporti non sono mai stati idilliaci.
Circa un anno dopo, quando Lotito diventa presidente la chiama e la convoca per un incontro a Villa San Sebastiano. L’incontro è fissato per le 16, ma Lotito si presenta alle 20 e la tiene a parlare per sei ore. Con 36 anni di esperienza di calcio e di Lazio sulle spalle, quel colloquio le è sufficiente per capire che non ci sono le condizioni per tornare a lavorare per la sua Lazio e decide gentilmente di declinare l’offerta. Attualmente commenta le vicende della Lazio in alcune emittenti romane.