“BOMBA” LOMBARDINI, il simbolo della Lazio in tempi di tragedia

“BOMBA” LOMBARDINI, il simbolo della Lazio in tempi di tragedia

Correva l’anno 1944: Roma è città aperta alla tragedia della guerra. In termini e canoni completamente differenti a quelli odierni, per i calciatori qualche privilegio c’era anche all’epoca, in quanto considerati dal fascio utili diversivi per le masse e per tale motivo hanno la fortuna di non essere arruolati. Nonostante le miserie della guerra continuano così a disputare campionati locali: Piola è tornato al Nord, 0iceduto al Torino; alla Lazio con il numero 9 c’è un gigante che spara bordate. Tutti lo chiamano “Bomba” Lombardini. Scomparso a Roma il 15 ottobre 1986, così è ricordato ancora oggi. Romano tipico con una venatura naif e spruzzate di anticonformismo, “Bomba” è stato il simbolo della Lazio in tempi di tragedia.

Umberto Lombardini nasce a Roma il12 ottobre 1920 e arriva alla Lazio a soli 9 anni, scoperto dal mitico talent-scout Dino Canestri. Cresce guardando da vicino il monumento Silvio Piola, ma avere lo stesso ruolo nella stessa squadra in parte fu anche la sua sfortuna.

Fa tutta la trafila delle squadre giovanili e nel 1940 è pronto per il grande salto in prima squadra. il 15 dicembre dello stesso anno fa il suo esordio in Serie A (Atalanta-Lazio 2-0), due settimane dopo segna il 000000000000000untitledprimo gol in Bari-Lazio 0-1. In quella prima stagione il giovane Lombardini totalizza 9 presenze e segna 3 reti. Per il successivo campionato si aspetta di diventare titolare, invece la dirigenza, di comune accordo con il tecnico austriaco Alessandro Popovich, decide di mandare Lombardini a fare esperienza nelle serie minori: all’Ala Littoria e poi all’Alba Roma. Lombardini Torna alla base dopo due anni, quando alla Lazio non c’è più Piola. Ma la fortuna non è dalla parte del Bomba nemmeno questa volta: il campionato viene sospeso per gli eventi bellici. Aiutare i tifosi laziali a distrarsi dalle miserie della guerra è quello che può fare in quegli anni il calcio e “Bomba” si dimostra un gigante dal cuore d’oro, ci mette passione e entra, magari a volte in modo burbero ma sempre con sincerità, nel cuore dei tifosi.

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Nella stagione degli anni bui 1943-44 la Lazio vince il Campionato Romano di Guerra, davanti alla Roma che era campione d’Italia. Bombardini segna 21 reti in 16 partite. Nel successivo periodo post bellico diventa un punto fermo della squadra da ricostruire. Ma il ruolo di centravanti titolare è prima assegnato all’austriaco Koenig e nel 1947 la Lazio decide anche di partire con nuovo acquisto: Romano Penzo. Lombardini accetta di restare, ma al termine del campionato il nuovo centravanti segna 17 reti. Per il “Bomba” si profila una nuova stagione tra le riserve. E’ il momento dell’addio: a soli 28 anni lascia la Lazio e il calcio professionistico per un posto da commesso in banca. Prosegue la carriera calcistica tra i dilettanti e va a giocare con la Tivoli in Serie C.0tivuntitled

Il bilancio complessivo con la Lazio è di 69 presenze e 34 reti nel corso di cinque stagioni: 1940-41 e dal 1944 al 1947-48.

Era un uomo Lazio Umberto Lombardini e un giorno non poteva che tornare ai colori per i quali nutriva un amore viscerale, come osservatore di giovani prima e tuttofare uomo di fiducia poi. Dai racconti che restano dei vecchi tifosi emerge che a “Bomba” è mancato quel pizzico di fortuna necessario per entrare nella celebrità del calcio. Non il solo nella lunga storia biancoceleste.

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Lombardini con Giordano a Tor di Quinto – Foto da LazioWiki