Eugenio Fascetti è senza ombra di dubbio uno degli allenatori più amati dai sostenitori biancocelesti. Nonché uno dei personaggi più stimati del mondo del calcio. Nato il 23 ottobre 1938 a Viareggio, l’ex mister e anche calciatore laziale compie dunque oggi ottant’anni (i più sinceri auguri di buon compleanno da parte di Lazioface). Un bel traguardo per l’eroico timoniere della Lazio in quell’epica stagione 1986/87 del meno nove, che ha sancito un legame indissolubile tra il “burbero” mister toscano e la Prima squadra della Capitale, come lo stesso Fascetti ha ricordato ancora una volta anche oggi, ai microfoni di Lazio Style Channel, in occasione di questo suo importante compleanno: “Ho esordito in Serie A contro la Lazio, ho giocato con la Lazio, e poi gli anni da allenatore meravigliosi, soprattutto quello del meno nove. I tifosi mi sono sempre stati riconoscenti. Io a loro devo solo dire grazie. Quell’anno lì senza di loro sarebbe andata diversamente”.
Fascetti calciatore
Quell’esordio in A contro la Lazio avrebbe potuto addirittura essere con la maglia della Lazio per quel giovanissimo Fascetti calciatore cresciuto nelle giovanili del Pisa che a diciotto anni sostenne un provino con la squadra capitolina. Il test non andò però a buon fine e l’esordio arrivò con la casacca del Bologna il 7 ottobre 1956 proprio contro la Lazio, battuta per 3-1.
Dopo quattro stagioni in rossoblù, nel 1960 approda alla Juventus dove resta però un solo anno, quello del dodicesimo scudetto bianconero, collezionando appena due gettoni di presenza. A fine stagione viene ceduto al Messina dove rimane per tre anni prima di arrivare alla Lazio nell’estate del 1964. In biancoceleste disputa una sola stagione, con 12 presenze, per ritornare nella squadra dello Stretto. Successivamente gioca con Savona e Lecco per poi chiudere la carriera da giocatore nella squadra della sua città, il Viareggio.
Fascetti allenatore
La carriera di Fascetti allenatore inizia immediatamente dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ovvero nei primi anni Settanta con la Fulgorcavi Latina in quarta serie. Nel 1978 arriva la panchina del Varese in Serie B e, dopo essere retrocesso e subito risalito, alla terza delle quattro stagioni complessive alla guida del club biancorosso sfiora la promozione in A, sfumata proprio a causa di un 3-2 incassato contro la Lazio nella penultima giornata del campionato di Serie B 1981/82.
Lascia quindi la Lombardia e nel 1983 diventa l’allenatore del Lecce: alla seconda stagione sulla panchina salentina conquista la promozione in Serie A portando per la prima volta il Salento nel palcoscenico del massimo campionato. Per poi però retrocedere immediatamente, ma non prima di aver rovinato i piani Scudetto della Roma con quella vittoria per 3 a 2 all’Olimpico passata agli annali per aver di fatto consegnato lo scudetto alla Juventus.
Eugenio Fascetti sulla panchina della Lazio
E’ il presidente Gian Marco Calleri a portare nel 1986 Fascetti alla Lazio per affidargli la complicatissima missione di salvare la squadra e il club stesso nel campionato dei nove punti di penalizzazione (e all’epoca la vittoria valeva 2 punti). Nonostante ciò mister Fascetti porterà la squadra in alcune fasi del campionato addirittura a lottare per la promozione, ma la classifica del campionato è corta e al termine si salverà dalla retrocessione solo grazie ai famosi drammatici spareggi di Napoli. Preceduti dalla vera impresa dell’1-0 contro il Vicenza, il gol di Giuliano Fiorini che rimane nella storia come il gol che ha permesso alla Lazio di continuare ad esistere.
Fascetti ottenne poi l’anno successivo (1987/88) la promozione in serie A, ma a causa di incomprensioni con la dirigenza, in primis la cessione di Paolo Monelli, non viene riconfermato per la Serie A . Sulla panchina biancoceleste arriva Giuseppe Materazzi.
Ottant’anni senza nostalgia o rimpianti
In seguito ha allenato Avellino, Torino centrando la promozione in Serie A, Verona ottenendo la seconda promozione in Serie A consecutiva, Lucchese e poi Bari dove resta per sei stagioni lanciando Antonio Cassano e conquistando un’altra promozione in A, la quinta complessiva in carriera. Nell’estate del 2002 ha allenato per poche settimane la Fiorentina prima del fallimento del club, poi ha guidato il Vicenza e il Como prima di lasciare l’attività di allenatore nel 2005. In seguito è stato opinionista sportivo Rai, in particolare per la Serie B, insieme a Vincenzo D’Amico.
Cinque promozioni in A non sono poca cosa, ma la grande occasione per Fascetti non è mai arrivata. Perché mai una big? In una bella intervista pubblicata dalla Gazzetta dello Sport e firmata da Luca Calamai, lo ha spiegato lo stesso mister Fascetti: ” Lo sa perché non ho mai avuto un’occasione importante da allenatore pur avendo ottenuto grandi risultati? Perché non ho mai accettato compromessi. Sono sempre rimasto fedele a me stesso. E rifarei tutto.”