Arcadio Spinozzi racconta: ‘Juan Carlos Lorenzo, la Juve nel ghiaccio e l’intruso’, gennaio 1985

Arcadio Spinozzi racconta: ‘Juan Carlos Lorenzo, la Juve nel ghiaccio e l’intruso’, gennaio 1985

Dalla pagina Facebook di Arcadio Spinozzi – https://www.facebook.com/arcadio.spinozzi – un post bellissimo che ricorda di un altro calcio, romantico e oramai lontano.

Gennaio 1985

Oliviero Garlini si prese la libertà di esprimere a un giornalista il suo disappunto per non essere mai stato preso in considerazione dall’allenatore, Juan Carlos Lorenzo lo redarguì davanti ai compagni: «Lei se lamenta co la stampa porché no joga?». Poi, con sarcasmo, aggiunse: «Giordano es la Maria Callas del football. Lei, enveze es Maria de Tor de Quinto. Como pretende de jugar?».

Al Comunale di Torino, prima di affrontare la Juventus, negli spogliatoi Lorenzo diede questa stravagante direttiva alla squadra: «El danese va a tirar el corner. Todos otros tienen estar en nostra mitad de campo. No vojo veder nisuno dentro l’area de rigor de la Juve».

Una voce timorosa si levò dal gruppo: «Ma come facciamo a fare gol così?». «Chi ablò?», disse Lorenzo voltandosi verso la zona da cui era arrivata quella voce. Chiaramente nessuno fiatò e lui proseguì: «Diganme, a voi va bien el cero a cero, el paregio in casa della Juve?». Si udirono qua e là alcuni flebili: «Sì, magari». L’allenatore allora alzò il tono della voce: «Ahora no rompede e cojoni. Todos en nostra mitad de campo. Facemos cero a cero, y tornamos a Roma».

La partita con la Juventus fu rinviata. La neve, caduta nella notte, venne spalata e ammucchiata a bordo campo. Decine di volontari lavorarono ininterrottamente per tutta la mattinata, ma la temperatura rigidissima trasformò il terreno di gioco in una lastra di ghiaccio. Qualcuno ebbe la stravagante idea di sistemare in campo enormi stufe a gas per sciogliere il ghiaccio. I mastodontici macchinari riuscirono soltanto a far comparire qualche ciuffo d’erba nel raggio di alcuni metri. Faceva molto freddo. Il termometro era abbondantemente sotto lo zero. L’arbitro decise di iniziare la partita, ma disse alle due squadre che poco dopo l’avrebbe sospesa. La gara di pattinaggio, come previsto, si concluse in una manciata di minuti. Intervistato dai giornalisti, Lorenzo ebbe la sfacciata temerarietà di commentare negativamente la prestazione di alcuni calciatori, quelli che voleva escludere nella successiva partita.

I voli da Caselle erano stati tutti cancellati. Eravamo sul pullman, fuori dall’aeroporto. Un’anziana coppia fece capolino dalla porta posteriore: «Scusate, è mica il pullman per Chivasso?». «Sì», rispose un compagno di squadra. «Parte tra dieci minuti circa». «Dove possiamo fare i biglietti?». «Guardi, davanti c’è il controllore. È un signore anziano con un cappello nero in testa».

I due ringraziarono e si avviarono lungo lo stretto corridoio. Raggiunto l’uomo col cappello, chiesero due biglietti. Lorenzo li guardò sconcertato, poi, con tono burbero, intimò alla coppia di scendere immediatamente dal pullman. Avevo le lacrime agli occhi!

Sul pullman salì anche Ugo Russo. Ugo è stata una delle voci storiche della trasmissione radiofonica “Tutto il Calcio Minuto per Minuto”. All’epoca faceva il cronista per una tv locale romana. Vide cosa accadde tra i signori di Chivasso e Lorenzo, voltò lo sguardo verso me e disse:

«Spina, se mi vede Lorenzo sarò costretto a scendere dal pullman. Come faccio con tutta questa neve a tornare a Roma? Devo arrivare in serata nella capitale, per motivi di lavoro ». «Se informi l’allenatore della tua presenza ti costringerà a scendere, così sarai obbligato a restare a Torino almeno fino a domani. Ascolta, non dir niente, restiamo in fondo al pullman, Juan Carlos non si accorgerà di nulla». Ugo era anche bravo a fare le imitazioni. Iniziò ad imitare alcuni personaggi noti dello spettacolo. Poi, iniziò a mimare le movenze ed imitare la voce di Lorenzo.  Ridemmo a lungo come matti.